martedì 16 luglio 2019

Il filo che racconta





Il ricamo e la tessitura hanno da sempre rappresentato arti manifatturiere legate al mondo femminile di tutti i tempi. l filo unisce donne di tutto il mondo e diventa tradizione, cultura, arte manuale, eredità che si trasmette di madre in figlia, di nonna in nipote.


Ricamare, tessere, intrecciare, sono molto più che semplici pratiche ed attività femminili decorative; una volta erano fonte di guadagno e sostentamento familiare e, da un certo punto di vista, rispecchiano la necessità del raccontare e comunicare. Il filo, in questo modo, diventa linguaggio!

Dal magico intreccio di filati colorati e trame complicate si dà forma ad un tessuto che inizia a vivere; ogni punto, ogni motivo, sembra dare inizio ad una storia. Storie di donne che in qualche modo vogliono raccontarsi e raccontare. L’intreccio di fili è un libro da scoprire e pagina dopo pagina si entra a far parte della storia di una famiglia, di una comunità, di un territorio.

Ecco che l’arte di creare con i fili diventa una sorta di “meditazione gestualizzata”.

Le origini delle arti legate al filo risalgono al neolitico e da allora le ritroviamo in tutte le civiltà, popoli e culture. Per un po’ abbiamo perso il bandolo della matassa presi come siamo dalla fretta che ci impone il mercato, tuttavia c’è ancora speranza, perché un po’ per bisogno di rallentare, un po’ per bisogno di ascoltare ed essere ascoltati, queste arti stanno tornando nelle nostre case a tutto beneficio della nostra anima. 



Ne sono un esempio i “màndala” o “acchiappasogni” come usavamo chiamarli da bambini.


Oggi sono diventati oltre che una forma di meditazione anche vere e proprie opere d’arte. 
La parola ha origini orientali e vuol dire cerchio, ciclo, essenza. 

Costruire un mandala rilassa, riduce l’ansia, favorisce concentrazione, memoria e pazienza, conferisce benessere individuale e relazionale, porta ad una maggiore accettazione di sé, aiuta a trovare equilibrio, stimola forza ed energia, ci aiuta ad essere presenti nella nostra quotidianità e goderci ogni istante della giornata; intenti a correre dietro orologi che neanche ticchettano più dimentichiamo che la nostra vita la costruiamo nel presente con le nostre scelte, le nostre azioni, i nostri atteggiamenti. 

In fondo è quello che hanno fatto sempre anche le nostre nonne, pensiamo ai mitici quadrati all’uncinetto realizzati con i fili di altri lavori disfatti o degli avanzi del telaio, chi non ha in casa coperte o plaid fatti con queste piastrelle nere-gialle-rosse-verdi-blu, questo era il modo con cui superavano il dolore, le atrocità della guerra, la lontananza del coniuge all’estero per lavoro.



Tutto torna, è un cerchio, proprio come il mandala. 


(Se voleste provare a costruirne uno, potrete farlo giovedì 25 luglio)


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