"Pane e cioccolata,
che mangiate in quelle sere
di ottobre fra le zinnie
e i gatti in amore"
Dacia Maraini
Cioccolato
sostantivo maschile (come sia diventato femminile nel corso dei tempi non ci è dato saperlo, oppure sì? [ndr])
Prodotto alimentare di elevato valore energetico (500-600 calorie ogni 100 gr), essenzialmente costituito da una miscela di zucchero e cacao ( c. fondente ), con eventuale aggiunta di latte in polvere e burro di cacao ( c. al latte ), messo in commercio sotto forma di tavolette, cioccolatini, pani, oppure in polvere.
Questa è la definizione della parola "cioccolato" nel vocabolario della lingua Italiana.
Noi sappiamo che non è così.
Il cioccolato è materia viva, ha il suo respiro, il suo linguaggio, il suo battito interiore. Da bambini la mangiavamo di nascosto dalla mamma, ci veniva data a scuola come premio, era oggetto di "fioretti" quando volevamo far realizzare un desiderio (niente cioccolata per tre mesi se mamma mi fa andare al mare con gli amici, se sono promossa, se incontro quel tipo tanto carino...), segna una pausa, ti ascolta quando pensi ad alta voce...
"Solo quando si sente oggetto di intima attenzione, e solo allora, esso cessa di ammaliar la gola e si mette a dialogare con i sensi"; questo scriveva nel 1872 Alexander Von Humboldt, naturalista tedesco e sfido chiunque a contraddirlo.
Noi Europei dobbiamo ringraziare ancora una volta Cristoforo Colombo che, nel 1502, di ritorno dai suoi viaggi nelle Americhe, ce lo fece assaggiare per la prima volta e di lì a poco troviamo parole scritte sul cioccolato dai classici della letteratura di viaggio agli epistolari e poesie di genere settecentesche, dai grandi dell'ottocento ai più recenti diventati ormai parte integrante della nostra immaginazione.
Non ditemi di non aver pensato alla stessa cosa perché non vi credo!
La bibliografia cioccolatosa è ricca e variegata ce n'è, come si dice, per tutti i gusti: in tazza calda e fumante, amara e piccante, dolce e vellutata, sotto forma di torte, creme, dentro invitanti forme di cioccolatini, tavolette, bon bon, e io? Chi sono io per non lasciarmi trascinare dalla tentazione di provare a fare qualcosa che plachi la mia "voglia di buono"?
Cioccolato spalmabile bianco e nero per la gioia di tutti.
Ho iniziato dalle tavolette di bianco e fondente 300gr di ogni tipo
Questa è la definizione della parola "cioccolato" nel vocabolario della lingua Italiana.
Noi sappiamo che non è così.
Il cioccolato è materia viva, ha il suo respiro, il suo linguaggio, il suo battito interiore. Da bambini la mangiavamo di nascosto dalla mamma, ci veniva data a scuola come premio, era oggetto di "fioretti" quando volevamo far realizzare un desiderio (niente cioccolata per tre mesi se mamma mi fa andare al mare con gli amici, se sono promossa, se incontro quel tipo tanto carino...), segna una pausa, ti ascolta quando pensi ad alta voce...
"Solo quando si sente oggetto di intima attenzione, e solo allora, esso cessa di ammaliar la gola e si mette a dialogare con i sensi"; questo scriveva nel 1872 Alexander Von Humboldt, naturalista tedesco e sfido chiunque a contraddirlo.
Noi Europei dobbiamo ringraziare ancora una volta Cristoforo Colombo che, nel 1502, di ritorno dai suoi viaggi nelle Americhe, ce lo fece assaggiare per la prima volta e di lì a poco troviamo parole scritte sul cioccolato dai classici della letteratura di viaggio agli epistolari e poesie di genere settecentesche, dai grandi dell'ottocento ai più recenti diventati ormai parte integrante della nostra immaginazione.
La bibliografia cioccolatosa è ricca e variegata ce n'è, come si dice, per tutti i gusti: in tazza calda e fumante, amara e piccante, dolce e vellutata, sotto forma di torte, creme, dentro invitanti forme di cioccolatini, tavolette, bon bon, e io? Chi sono io per non lasciarmi trascinare dalla tentazione di provare a fare qualcosa che plachi la mia "voglia di buono"?
Cioccolato spalmabile bianco e nero per la gioia di tutti.
Ho iniziato dalle tavolette di bianco e fondente 300gr di ogni tipo
200gr di nocciole tostate e private della pellicina e 100 gr di zucchero di canna per ogni tipo
Frullare prima le nocciole con lo zucchero e, quando saranno diventate cremose, aggiungere poco alla volta il cioccolato a pezzi diluendo un po' alla volta con un bicchiere di latte freddo. Quando il composto sarà cremoso versarlo in una pentola e lasciarlo pastorizzare a bagno maria per 30 minuti mescolando con una palettina di legno
Invasare e chiudere ancora calda affinché si formi il sottovuoto
Per una pausa "coccole" propongo la versione "chips di mela", delicata e sfiziosa...
... e per una vera merenda pane e cioccolata; insieme a pane burro e zucchero non esiste gioia più grande al mondo.
Convenite con me vero? Come dite? L'Amore?... Sopravvalutato. Da un punto di vista biochimico non è diverso da una grande scorpacciata di cioccolata. Al Pacino docet.