C’è stato un tempo in cui in
ogni paese delle nostre montagne
possedeva da quaranta a cinquantamila pecore. In quel periodo la
ricchezza delle persone si misurava in pecore, non in soldi: più pecore aveva
una famiglia, più era considerata ricca.
Tutte queste pecore in estate
popolavano le nostre montagne e la gente del paese faceva a turni per andarle a
pascolare, ma quando i pascoli erano lontani
i pastori costruivano dei rifugi per poterci dormire dando vita a veri e
propri agglomerati che, dalle nostre
parti, si chiamano “pagliare”. In inverno, quando la neve copriva tutto, le
pecore venivano portate in posti caldi. Alla fine di settembre si riunivano le
greggi e, tutti insieme, si iniziava a camminare verso il mare dove faceva più
caldo e l’erba non era ricoperta dalla neve. Si utilizzavano strade erbose
chiamate tratturi; dalla provincia de L’Aquila, attraversavano quella di Chieti
e Campobasso e tutti portavano a Foggia. In Abruzzo quattro sono i principali
tratturi: L’Aquila-Foggia lungo Km 243, Celano-Foggia, lungo Km 207;
Pescasseroli-Candela, lungo Km 211; Castel di Sangro-Lucera, lungo Km 127.
Si tornava in primavera,
quando le giornate erano più lunghe e calde e la neve iniziava a sciogliersi.
Della pecora si utilizza
soprattutto il latte e la lana.
La lana per anni è stata il
vero sostentamento delle famiglie perché, tanto tempo fa, si faceva tutto in
casa: dalle coperte alle tovaglie, dai vestiti all'intimo, e tutto partiva da un filo di lana…
Ma prima di arrivare a questo
filo bisognava prima tosare la pecora e, per fare questo, una volta si
utilizzavano delle forbici apposite
Ora si utilizzano speciali
rasoi, molto simili a quelli utilizzati dai parrucchieri J
Una volta tosate le pecore, la
lana raccolta veniva lavata e poi cardata per renderla soffice e per prepararla
alla filatura.
Per cardare la lana si
utilizza un attrezzo chiamato “carda”
…erano due tavolette con dei
chiodini all’interno che strofinate tra loro allungavano le fibre della lana .
Al termine dell’operazione la lana era pronta per diventare filo. Per fare
questo veniva utilizzato il “fuso”, sì, proprio quello della vecchina della
favola “La bella addormentata nel bosco”… J
Fuso a ruota
fuso a mano
Una volta che si aveva il
filo, una parte veniva trasformato con i ferri o l’uncinetto per diventare
maglie, giacche, mantelle, un’altra parte si tesseva per diventare coperte,
tappeti ecc…
Telaio
ferri
e uncinetti
Per fare tutto questo lavoro
ci si metteva tutto l’inverno e lo facevano le donne riunite tutte insieme in
un unico locale che spesso era una stalla, mentre i loro uomini erano in Puglia
con le pecore……
Ora la maggior parte di questo
lavoro lo fanno le macchine, le pecore sono un po’ di meno rispetto al secolo
scorso, però la pastorizia va avanti e questo è importante perché è un pezzo
della nostra storia, quella che ci tiene al sicuro le radici e che ci ricorda
da dove veniamo perché, ovunque la nostra vita ci porti, è necessario che non
dimentichiamo da dove veniamo per non rendere inutili i sacrifici che hanno
fatto i nostri bisnonni per lasciarci questo territorio così bello e grande.
Nessun commento:
Posta un commento