Nella società della globalizzazione e del
consumismo, dove il denaro detta i tempi delle giornate di ognuno e dove i
bisogni vengono creati dalle grandi lobbies che governano il mondo, parlare di
resilenza può sembrare mera utopia.
Non è così.
Se sei di quelle che riescono a respirare
solo a partire da 1 Km di distanza dalle grandi città e sei pronta a tutto
avrai la possibilità di svolgere le acrobazie quotidiane per il pane in una
cornice che già di per sé è una ricompensa, inoltre avrai la possibilità di
essere sorretta da una rete di rapporti umani che si fa più fitta proprio dove
la popolazione è meno densa.
Un paradosso? Io credo di no, quando è facile
contarsi perché si è in pochi, ciascuno conta di più. Sarà per questo che in
questi ultimi tempi sempre più giovani, ma anche famiglie intere, hanno scelto
queste località “minori” per una migliore qualità della vita. Più complicata,
magari, ma chi ha detto che le scelte devono per forza essere facili?
Oggi che il mercato ci vuole versatili e
flessibili e offre contratti di lavoro che scadono prima dello yogurt che hai
in frigo e settimane fatte di otto giorni e quattro lavori tutti insieme, il
ritorno alle origini alla ricerca di uno stile di vita più lento è la
tentazione più forte.
Con il mio lavoro ho potuto conoscere donne che hanno scelto di restare nei piccoli
borghi o che sono andate via e poi sono tornate o che se ne sono innamorate
mentre erano in vacanza e non sono più andate via. Donne agricoltrici,
viticultrici, artiste, artigiane, veterinarie, imprenditrici delle più svariate
attività lasciano le grandi città per costruirsi con coraggio e fantasia una
nuova vita combattendo anche contro stereotipi e pregiudizi di chi crede che
una “forestiera”, donna per di più, non
sia in grado di farcela.
Dietro ogni incontro ci sono storie quotidiane di intraprendenza e caparbietà che
mi danno coraggio nelle giornate più
buie e mi rammentano che da sempre le donne sono state il collante di tutte le
comunità isolate, soprattutto in Abruzzo, durante i lunghi inverni quando in
paese gli uomini non c’erano perché in transumanza o all’estero e loro
mandavano avanti la quotidianità facendo superare la stagione alle decine di
bambini e anziani rimasti in paese.
Donne d’Abruzzo appunto. E’ da qui che
vogliamo ripartire.
Adriana Tronca, dell’Azienda vitivinicola “Vignadi More” a Goriano Valli (AQ), ha avuto questa scintilla in seguito ai gravi
disagi che è stata costretta ad affrontare durante la nevicata del gennaio
scorso e ha illuminato anche noi altre 3 amiche che già da un po’ collaboriamo
scambiandoci competenze e idee nel portare avanti i nostri lavori. C’è Cristina
Caselli dell’azienda agricola “In Fattoria” di Rocca di Mezzo (AQ), Francesca
Ardizzola proprietaria del B&B “Abruzzo Segreto” a Navelli (AQ) e poi ci
sono io Antonella Marinelli del laboratorio artigianale “I campi di mais” a
Santi di Preturo (AQ). Pur svolgendo professioni diverse ci siamo scoperte
perseguire lo stesso obiettivo: valorizzare il territorio in cui viviamo e
operiamo sottraendolo all’abbandono soprattutto culturale per non perdere
quella memoria tanto preziosa per le generazioni avvenire.
Una giornalista nostra amica, Alessia De
Iure, ci ha aiutato a esternare questi pensieri pubblicando in un quotidiano locale una nostra
lettera aperta e ci siamo accorte che molte donne in questa Regione si sono
riconosciute nelle stesse situazioni. Incontrarci per conoscerci e scambiare
idee è stato del tutto spontaneo farlo e così è nato questo gruppo.
Insieme vogliamo dare vitalità e nuovi
contenuti alle nostre attività; unendo le nostre esperienze vogliamo creare una
rete di promozione efficace per poter pianificare in modo più organizzato
modelli di comunicazione rivolti a potenziali fruitori esterni,
individuare mercati di nicchia e
organizzare eventi.
Lavorare insieme per lo stesso obiettivo
rende le nostre azioni più forti e dotate di una nuova voce che, ci
auspichiamo, contribuisca a facilitare nuovi percorsi atti a migliorare la qualità
della vita di tutti e lasciare un mondo più pulito e sincero alle generazioni
future.
Ripartiamo da qui, dunque, dalle donne, Donne
D’Abruzzo da sempre custodi di costumi sociali, culturali e spirituali dei
piccoli borghi, riuscite a sopravvivere in ambienti limite utilizzando con
creatività le risorse della natura, conservando e curando il territorio per
restituircelo migliorato.
“In tempi duri dobbiamo avere sogni duri,
sogni reali, quelli che, se ci daremo da fare, si avvereranno” (Clarissa
Pinkola Estés)
Nota: Questo articolo è stato pubblicato dal periodico "I Cinturelli" n. 19 Aprile 2017 dell'Associazione Culturale "Cinturelli" Caporciano (AQ)