“Ciascun suoni, balli e canti!/Arda di dolcezza il core!/Non fatica, non dolore!/Ciò c’ha esser, convien sia/Chi vuol esser lieto sia:/di doman non c’è certezza.” (Trionfo di Bacco e Arianna – Lorenzo Dé Medici)
Così recita il più famoso dei canti carnevaleschi ed è un coro libero e festante che incita a godere di ogni attimo della vita perché “di doman non c’è certezza”!! Lo scrisse Lorenzo il Magnifico in occasione del carnevale del 1490 dando il via a tutte le sontuose messe in scena di carri e maschere a cui prendevano parte popolo e borghesia insieme.
Un tempo, in Abruzzo, dove tutte le attività quotidiane della pastorizia e del lavoro dei campi era intriso di religiosità e simbolismi, il Carnevale era la festa per eccellenza, quella piena di riti di passaggio che accompagnava il sopraggiungere della primavera e la fine dell’inverno.
In un periodo che andava dal giorno di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) fino al martedì grasso i carnevali contadini animavano le contrade di campagne e le piazze dei borghi e delle città con sfilate di maschere, balli, dolci fritti di ogni genere l’usanza di bruciare un fantoccio di cartapesta raffigurante l’anno appena trascorso e spargerne le ceneri nei campi come augurio per buoni raccolti.
A L’Aquila si dice “Candelora (2 febbraio), Santo Biasciola (3 febbraio) e Carnevale”, stando a significare che i festeggiamenti iniziano il 4 di febbraio in segno di lutto per ricordare il tremendo terremoto che il 2 febbraio del 1703 distrusse la città, ma dopo questa data fuoco ai fornelli e si inizia a friggere e come sfuggire alla bontà delle frappe aquilane!
Se volete farle con le vostre mani, in barba all’odore di fritto che si insinuerà tra i vostri capelli, eccovi la mia ricetta: 500 gr di farina, 3 uova, ½ bicchiere di vino bianco, 5 cucchiai di zucchero, ½ bicchiere di olio, buccia grattugiata di un limone. Mettere la farina su una spianatoia a fontana e impastare tutti gli ingredienti, fare un panetto e metterlo a riposare per un’ora sotto una pentola, trascorso il tempo necessario, stendere l’impasto con il mattarello (o con la macchina per la pasta) e tagliate la sfoglia a forme irregolari. Scaldare l’olio (o lo strutto) in una padella e appena pronto friggervi le frappe, scolarle su una carta assorbente e cospargerle di zucchero a velo, di miele millefiori o di cioccolato fondente precedentemente fuso a bagnomaria e che Carnevale sia!
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