Tra tutte le cose che abbiamo perso nel corso dei decenni, una in particolare ci è costata molto cara: il tempo. Già, il tempo, non lo abbiamo più! Oggi viviamo appesi al ticchettio degli orologi, anzi, abbiamo perso anche il ticchettio. Gli orologi sono diventati sempre più freddi e spietati, neanche "ticchettano" più, si limitano a muovere le lancette e noi dietro che corriamo affannandoci e perdendoci i momenti migliori della vita, perché mentre li stiamo vivendo già pensiamo al passo successivo...
C'è stato un momento in cui il tempo era scandito dal sorgere del sole e dal suo tramonto; dal cambio delle stagioni; dai cicli della semina e del raccolto; dalla transumanza delle greggi.
Tutto si faceva lentamente, seguendo riti antichi e movimenti precisi, questo valeva anche in cucina, specialmente quando si preparavano pietanze e dolci per occasioni speciali.
Poco più che ragazzetta, un giorno mi venne in mente di fare le "ferratelle", ma non sapevo esattamente i tempi di cottura e quando lo chiesi a mia nonna la sua risposta fu: " Il tempo di un'Ave Maria da un lato e un Padre Nostro dall’altro", ore e minuti non facevano parte del linguaggio comune!
Eccolo il pretesto , se mai ne avessimo bisogno, per ritagliarci la nostra venticinquesima ora: fare le ferratelle, o pizzelle, neole o cancelle (il nome dipende dal posto in Abruzzo in cui si abita, ma, per favore, non chiamatele waffel!).
E’ necessario procurarci un ferro (anticamente ogni famiglia ne aveva uno, era fatto di ferro con incisi motivi di fiori, cuori, stelle, o stemmi di famiglia, veniva portato in dote dalla donna infatti, nella parte centrale, recava incise le iniziali della futura sposa) e poi di 5 uova, 5 cucchiai di zucchero, 4 di olio, 7 di farina, la buccia grattugiata di un limone (nella tradizione Aquilana anche 1 bicchierino di mosto cotto) . Mentre si impastano gli ingredienti far scaldare il ferro sul fuoco e, quando il composto sarà omogeneo, con un cucchiaio versiamolo al centro del ferro precedentemente unto con un goccio di olio; chiudiamo il ferro e lasciamo cuocere un minuto da un lato e un minuto dall’altro. Apriamo il ferro e, con l’aiuto di una forchetta, togliamo la ferratella. Con questa dose ne usciranno 30-35 circa. (naturalmente esistono anche ferri elettrici….ma io preferisco quelli che si scaldano con la fiamma del fornello a gas, sanno ascoltare meglio i miei pensieri!)
A questo punto la nostra casa sarà profumata quanto basta per attirare il resto della nostra famiglia; quale occasione migliore per riunirci e gustarle insieme magari spalmate di marmellata di uva o di miele e accompagnate da una bella tazza di tisana ai frutti di bosco!
Prendiamocelo tutto questo tempo; non lasciamoci schiaffeggiare dalla meschinità del mondo che ci gira intorno, e, quando rientriamo nel vortice della nostra giornata, pensiamo a questo momento e, se ci concentreremo bene, sentiremo anche un leggero tic-tac-tic-tac......
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