“ Cento bei ricordi sono legati a
questo vecchio pullover, la sua lana secca e grigia profuma di venti montani,
di neve e di Fohn, della resina di abeti e di cembri dei boschi montani
penetrati a fatica dal sole, di orme di volpe, di colazioni allegre e affamate
durante le passeggiate…” Hermann Hesse
Da quando la nonna aveva
raccontato la storia della sua coperta dei ricordi, i bambini non facevano
altro che osservare le maglie che giravano per casa; non c’era filato o
attrezzo o colore che sfuggiva ai loro occhi attenti e curiosi; stavano
imparando che ogni cosa, apparentemente casuale, aveva un significato e che la
nonna esprimeva i suoi desideri anche attraverso il motivo di una maglia o la
tintura di un filo e questa cosa li affascinava perché mai avrebbero creduto
che si potesse scrivere una storia anche con un paio di ferri o un uncinetto o
un telaio, queste cose a scuola non le insegnano!
Così, mentre la nonna rispondeva
alle loro domande, iniziarono a registrare i suoi racconti perché avevano
deciso che queste cose dovevano essere scritte da qualche parte e perché non
farle diventare lo svolgimento dei loro compiti delle vacanze!
Avevano preso un vecchio maglione
di nonno Paris e la nonna si mise a raccontare. Questo maglione ricordo di
averlo sferruzzato con una lana che avevo filato a mano; quando ho messo le
maglie nel ferro ancora non sapevo che punti utilizzare, ma poi i ferri sono
andati per conto loro e ho iniziato con un punto coste (che vuol dire una
maglia dritta e una maglia rovescia) che sono un po’ i punti fissi della nostra
vita, la strada che ci prefiggiamo di percorrere: ben definita; poi ho
continuato con il vaco di pepe (anche chiamato grana di riso, dipende dalle
zone; vaco vuol dire granello) chiamato così perché assomiglia a tanti granelli
in rilievo e non ha dritto né rovescio, proprio come i sorrisi; quindi ho
inserito una treccia perché la nostra vita si intreccia sempre con quella di
qualcun altro e, nello sferruzzare, la treccia si è sdoppiata prendendo strade
e incroci differenti e così è andato avanti in questo modo fino a raggiungere
il collo. I miei desideri si sono avverati tutti perché la treccia iniziale
siamo io e il nonno; le trecce più piccole sono vostro padre e i vostri zii;
tutti gli intrecci di contorno siete voi bimbi che avete rallegrato la nostra
casa.
Nonna ci è venuta una bellissima
idea: abbiamo deciso che il tema che avevamo per le vacanze invece di scriverlo
lo sferruzzeremo! Ci aiuteresti?
Neanche avevano finito di dirlo
che nonna Diomira aveva già il cesto della lana in mano, ma questo lo
racconteremo la prossima volta.
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