L'uovo di Pasqua della mia infanzia era a forma di... bambola, anzi di Pupa.
Per capire quanto fosse radicata questa usanza in Abruzzo, veniteci in vacanza durante la settimana Santa e mentre passeggiate fra i trabocchi della costa Teatina e le dolci colline Pescaresi o negli antichi borghi tra la Majella e il Gran Sasso sentirete nell'aria inebrianti profumi di mandorle tostate, biscotti dorati, zuccherini colorati. L'arte dolciaria Abruzzese è varia almeno quanto la Regione stessa.
Pupe, cavalli e cuori questi sono i biscotti di Pasqua; un tempo si scambiavano in questo giorno insieme alle promesse degli innamorati, poi ne hanno preso possesso i bambini. L'uovo è sempre presente perché simbolo di nuova vita, di fecondità, di buona sorte, gli zuccherini colorati perché sono allegri proprio come i sorrisi dei bambini. In alcune località sono ricoperti da una glassa al cioccolato o dalla pasta di mandorle, in altre semplicemente uova, zucchero e farina.
L'unica cosa difficile è....mangiarli. Non si sa mai da che parte iniziare: "e se poi si fa male? Ma se inizio dai capelli rimane calva? e le zampe che poi non può più correre?"
Quest'anno mi sono voluta divertire e ho ritrovato nel cassetto dei ricordi la ricetta di mia nonna (ah! le nonne, riuscite voi a immaginare un mondo senza?) o meglio, ho cercato di dare una quantità definita a ciò che lei faceva "a occhio" ed ecco qua:
500gr. di farina
4 uova + 1 per il decoro
5 cucchiai di zucchero
1 bicchiere di latte
1 bicchiere di olio
1 bustina di lievito vanigliato
zuccherini per decorare
In un piano di lavoro impastate tutti gli ingredienti e lasciar riposare il panetto ottenuro una mezz'ora coperto con un panno. Poi affinate con un mattarello e ricavate le figure con uno stampo o "a mano" lasciando libera la vostra fantasia, magari impasticciando insieme ai bambini. Infornate a 180° per 40 minuti e voilà
Che dirvi: Buona dolce Pasqua :)
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